Pentax SP II: Pentax, sempre un passo avanti
La Pentax è sempre stata un passo avanti innovando continuamente nel mondo della fotografia e la Spotmatic II non fa ecezione, ne parlo nel video sottostante
La Pentax è sempre stata un passo avanti innovando continuamente nel mondo della fotografia e la Spotmatic II non fa ecezione, ne parlo nel video sottostante
Bobinare in proprio i rullini 35mm era molto comune nell’epoca in cui la fotografia a pellicola era l’unica possibile. Oggi questa pratica è andata diminuendo o quasi scomparendo, ma il rinato interesse per la fotografia argentica ha portato alla scoperta dell’utilità di bobinarsi da soli la pellicola.
In fondo il procedimento è molto semplice ed economico: basta una bobinatrice, una bobina di pellicola da 17 o 30 metri (una volta esistevano anche bobine più grandi oggi scomparse), qualche caricatore e un po’ di manualità.
La bobinatrice è uno strumento che permette il caricamento della pellicola, la prima parte andrà eseguita nel completo buio di una changing bag o di una camera oscura, ma la fase di predisposizione dei caricatori potrà esser fatto in luce.
Predisporsi i propri caricatori permette di farsi i propri rullini con il numero di fotogrammi necessari all’uso. Chiaramente è opportuno non caricare in ogni rullino più di 36 fotogrammi perché la pellicola sarebbe troppo pressata nel caricatore. Con una bobina da 17 metri si possono ricavare circa 10 rullini da 36 mentre con quella da 30 metri circa 20 rullini ma nel caso fossero necessari meno fotogrammi (ad esempio per provare una macchina fotografica) questo sarebbe perfettamente possibile.
Ad esempio io uso predisporre caricatori da 15 fotogrammi quando provo una macchina fotografica.
Nel video che segue vi illustro tutto quello che c’è da sapere per bobinare una pellicola.
Ormai si avvicina il momento del primo scatto. Ancora una piccola attesa per la chiave a compasso con cui poter stringere la lente sulla piastra porta lente e poi si parte… a patto di stipare tutta l’attrezzatura in un capiente zaino.
La volta scorsa ho parlato degli obiettivi per il grande formato. Oggi vorrei riprendere ancora alcuni brevi concetti che ho appreso approcciandomi a questo formato e andare oltre.
Primo punto: Per poter usare una lente su un banco ottico, la lente deve poter proiettare un’immagine almeno larga quanto la misura della diagonale del frame. Questo principio è alla base del fatto che una lente costruita per una reflex full frame possa essere usata su un corpo con sensore più piccolo ma non viceversa (a meno di non ritagliare l’immagine sulla misura del sensore stesso). La diagonale di una pellicola 4×5 misura 162mm, quindi una lente per questo formato dovrà coprire un cerchio con un diametro almeno pari a 162mm che sarà la misura minima che dovrà coprire. Su un 8×10 il diametro sarà 325mm e su una 6×6 80mm.
Secondo punto: La misura del circolo dell’immagine dipende dall’angolo di copertura che viene formato da due linee immaginarie che vanno dalla lente fino al cerchio di copertura. Questo angolo è determinato dallo schema ottico della lente. I grandangoli sono disegnati per avere un ampio angolo di copertura.
Terzo punto: Il circolo dell’immagine sarà più ampio della misura del film. I movimenti di un banco ottico permetteranno di muovere il centro dell’immagine proiettata lontano dal centro della pellicola, ma se l’area della pellicola cadrà fuori dal circolo dell’immagine, uno o più angoli sarà tagliato. Questo effetto si chiama “vignettatura” e si ha quando una parte dell’immagine non riceve l’esposizione. Un circolo di immagine più largo della misura minima permette alla lente e al piano del film di muoversi indipendentemente, si potranno così fare aggiustamenti nella profondità di campo, nella forma dell’immagine e nell’inquadratura. Per esempio un 90mm f/8 per un 4×5 potrebbe avere un angolo di copertura di 100° e che quindi produrrà un circolo di immagine di 216mm con il fuoco all’infinito (soffietto alla minima estensione). Un 150mm f/5.6 ha un angolo di copertura di soli 76°, ma ha una distanza maggiore dal piano della pellicola e quindi produrrà un circolo d’immagine di 224mm. Poiché tutti questi circoli di immagine eccedono nel 4×5 la diagonale di 162mm, tutti questi obiettivi sono ammessi, ma nessuno di esso potrebbe essere ammesso su un 8×10 in quanto il diametro minimo sarebbe 325mm.
Quarto punto: Si definisce lente “normale” quella lunghezza focale che è uguale per approssimazione alla diagonale della pellicola. Sono così obiettivi normali un 50mm nel formato 35mm, 80mm nel 6×6, 150mm nel 4×5 e 300mm nel 8×10. Una strada veloce per trovare la lente equivalente nel grande formato è quella di moltiplicare la lunghezza focale di un 35mm per 3 per ottenere l’equivalente nel 4×5 e per 6 nell’8×10. Se invece si conosce la lente nel medio formato si moltiplica per 2 nel 4×5 e per 4 nel 8×10.
Il discorso potrebbe essere ancora lungo sulle ottiche ma credo che sia bene, almeno per i nostri scopi, fermare questi quattro punti.